Il parere professionale è decisivo per concedere misure protettive e cautelari

di Giulio Andreani 

Con due recenti pronunce i Tribunali di Bologna e di Vasto hanno valorizzato il ruolo dell’esperto ai fini della conferma delle misure protettive e della concessione di quelle cautelari nella composizione negoziata della crisi, ribadendo che tali misure hanno lo scopo di tutelare il corretto svolgimento delle trattative con i creditori, evitando la disgregazione degli asset aziendali e assicurando (almeno temporaneamente) la stabilità necessaria per rendere concreto ed efficace il tentativo di soluzione negoziale avviato con l’accesso a tale percorso.

Tuttavia, tali misure possono essere confermate, prorogate o concesse in quanto – sulla base degli accertamenti eseguiti dall’esperto – risultino strumentali rispetto al buon esito della composizione negoziata, il cui presupposto indefettibile è costituito dall’esistenza di ragionevoli prospettive di risanamento dell’impresa, che può peraltro essere conseguito anche in forma indiretta, attraverso il trasferimento dell’azienda a terzi o la modifica degli assetti societari e non solo mediante la prosecuzione dell’attività da parte del debitore. Le misure cautelari devono essere idonee ad assicurare provvisoriamente il buon esito delle trattative, ma la loro concessione non può essere definitiva, essendo legata alla sussistenza del rischio che la loro mancanza possa pregiudicare il risanamento.

Con provvedimento del 22 settembre 2025 il Tribunale di Bologna, oltre a confermare le misure protettive, ha disposto le misure cautelari consistenti:

  • nel divieto per i creditori di porre in essere attività esecutiva o cautelare sui beni costituenti il patrimonio dei soci illimitatamente responsabili della società debitrice, attesa la volontà di detti soggetti di mettere a disposizione risorse personali per sostenere il risanamento aziendale, che sarebbe stato quindi ostacolato dalle azioni di singoli creditori altrimenti inevitabili;
  • nel divieto, per i creditori a favore dei quali era stata rilasciata una fideiussione, di porre in essere attività esecutive o cautelari sui beni costituenti il patrimonio del garante, considerato l’impegno di quest’ultimo – accertato dall’esperto – di apportare risorse proprie ai fini del risanamento della società.

Poiché la protezione era stata richiesta in danno di alcuni creditori della società, il Tribunale emiliano ha rilevato la sussistenza del rischio che costoro potessero essere pregiudicati rispetto ad altri creditori dei soci ovvero rispetto ad atti dispositivi dei soci atti a ridurre la garanzia generica o specifica nel periodo in cui ai creditori è impedita la tutela coattiva del credito. Da qui l’esigenza che l’esperto monitori costantemente tali circostanze, poiché, se è vero che la cautela risulta necessaria alla conduzione delle trattative e strumentale rispetto al risanamento aziendale, ai destinatari delle misure non può essere imposto un sacrificio eccessivo, che si risolva in un irreparabile pregiudizio alle ragioni del credito.

Con il provvedimento del 29 settembre 2025 il Tribunale di Vasto, sempre al fine di assicurare il risanamento dell’impresa debitrice mediante la cessione dell’azienda a terzi, considerato che le misure protettive erano state ormai esaurite, ha suggerito al debitore di fare ricorso allo strumento negoziale del deposito del prezzo ex articolo 1, comma 63, lettera c), della legge 147/2013, acceso presso il notaio rogante l’atto di cessione dell’azienda e vincolato all’ordine dell’esperto. L’escrow account costituisce quindi uno degli strumenti utili e opportuni per garantire il buon esito delle trattative, operando come deposito fiduciario condizionato o garanzia relativa a un contratto principale sottostante, consentendo al debitore, grazie all’esperto, di tutelare il corrispettivo da incassare al momento del trasferimento dell’azienda rispetto alle eventuali aggressioni di alcuni creditori.

I compiti del professionista

Che cosa deve fare
L’esperto ricopre un ruolo cardine nella composizione negoziata: analizza i dati aziendali e verifica le possibilità di risanamento, agevola le trattative tra il debitore e i creditori, fornisce al giudice i pareri necessari ai fini dell’adozione dei provvedimenti che la legge demanda al Tribunale, come la conferma delle misure protettive e la concessione di quelle cautelari.

Il parere al tribunale
Quando l’impresa debitrice richiede la conferma delle misure protettive e la concessione di quelle cautelari, il tribunale chiama l’esperto a esprimere il proprio parere sulla funzionalità di tali misure ad assicurare il buon esito delle trattative e a rappresentare l’attività che intende svolgere per superare lo stato di crisi, preservando nella misura possibile i posti di lavoro.

01 Dicembre 2025